Scuole del Lazio e covid: aule fredde, alunni con giacconi o coperte portate da casa. Manca il sapone e solo nel 52% delle scuole viene fornito l’igienizzante. Emerge dal report di Cittadinanzattiva Lazio realizzato grazie a studenti e genitori.
Il 98% delle scuole è aperto, ma il 45% ha attualmente classi in isolamento. L’84% dei mezzi pubblici utilizzati per andare a scuola sono affollati, e per questo si cerca di fare sempre ricorso al mezzo privato (73,5%). In classe, per far fronte alla necessità di areazione, ci si ghiaccia con le finestre sempre aperte e addosso giacconi, se non addirittura coperte portate da casa, poiché solo il 5% ha provveduto a dotare le aule di sistemi di purificazione o di areazione meccanica. Inoltre, in pochissime scuole c’è la possibilità di usare sapone o detergenti specifici, che d’altronde da anni mancano nei bagni scolastici, poiché si preferisce il ricorso a igienizzanti per le mani, ma solo nel 52% delle realtà. Nel resto (35%) ci si rimette alla buona volontà di alunni e genitori.
E’ il quadro desolante dello stato delle scuole nel Lazio fotografato da Cittadinanzattiva Lazio grazie alle risposte di circa 600 persone, di cui il 60% rappresentato da studenti delle scuole secondarie superiori, contenuto nel report presentato questa mattina dall’organizzazione.
Al Monitoraggio avviato il giorno 12 gennaio e chiuso 21 gennaio hanno risposto 504 cittadini del Lazio. La Provincia che ha visto il numero maggiore di risposte è stata Roma con 454, seguita da Viterbo con 18, Latina con 17, Frosinone con 9, Rieti con 2. 4 non hanno specificato la Provincia di provenienza. Gli studenti sono il 56,9% dei rispondenti, seguiti dal 36,5% dei genitori. A seguire insegnanti con il 4,8% e personale scolastico 1,8%.
Il maggior numero di risposte con una percentuale dell’88,6% è la fascia di età 15-18 anni. Seguita dai ragazzi delle medie con il 6,9%, delle elementari con il 2,4% e la fascia 0-6 anni con lo 0,8% delle risposte. Gli studenti sono il 56,9% dei rispondenti, seguiti dal 36,5% dei genitori. A seguire insegnanti con il 4,8% e personale scolastico 1,8%.
“Dal quadro che emerge sembra che la scuola sia ferma, come altre istituzioni pubbliche, a un modello novecentesco che non risponde più alle esigenze, ai bisogni, alle aspettative dei ragazzi e di chi ci lavora. Ma l’aspetto più preoccupante è la mancanza di sicurezza, e in particolare dal punto di vista strutturale”, ha dichiarato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio.
Poco più dell’1% delle scuole fornisce mascherine FFP2, mentre la quasi totalità quelle chirurgiche, contestate sia per qualità che per vestibilità dagli stessi utilizzatori, di tutte le età.
“Dal mese di dicembre il tracciamento dei casi da parte delle ASL è totalmente saltato a causa della variante Omicron .Il sistema di tracciamento ha mandato in tilt i servizi di segreteria delle scuole. Questo non è rintracciabile nel Monitoraggio.
Ma sono informazioni che abbiamo dalle segnalazioni dei cittadini.
Dirigenti, professori, alunni e loro famiglie hanno avuto sull’attivazione della DAD, della DID, dei tamponi, delle procedure per uscire/rientrare a scuola vicende al limite dell’incredibile.
Le ASL, i medici di famiglia e tutto il sistema sanitario sono su questo punto andati in “palla”.
A questo va aggiunto il calvario di codici, codicilli e giorni di cui tenere il conto, disposizioni costantemente da aggiornare, tenere sotto controllo, la corsa al tampone che è diventata disciplina olimpica, le file dal medico e dal farmacista per avere il certificato, il Green pass o un qualunque pezzo di carta.
In questo il nostro paese è ancora quello descritto da Alessandro Manzoni con le sue “grida”. Uno dei rispondenti sul punto è stato lapidario e sintetico “Per capire le disposizioni e le circolari ci vuole una Laurea”.
“Troviamo sinceramente insostenibile tale situazione”, ha concluso Rosati, “i servizi igienici, lo stato delle classi, la gestione delle aule con un sovraffollamento decennale riportano al centro un tema come quello della qualità degli edifici che impatta direttamente sulla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Se ancora oggi siamo in queste condizioni c’è poco da stare allegri. E’ urgente intervenire con investimenti per garantire, come suggerito anche dagli stessi ragazzi: bagni ad aule decenti; basta con le classi pollaio; investire e mettere in funzione purificatori d’aria; così come rendere più sicuro l’ambiente con dispositivi di protezione adeguati”.