Il sistema italiano di accoglienza non può rimanere “eternamente adagiato in una logica emergenziale, come se i rifugiati fossero un fenomeno estemporaneo e transitorio destinato a finire”. E’ quanto si legge in un articolato comunicato stampa del Tavolo Asilo e Immigrazione, nel quale, sulla base di un ampio coinvolgimento delle organizzazioni che operano nel settore e di una indagine tra i responsabili dei progetti di accoglienza, vengono delineate le gravi carenze e inefficienze dell’attuale sistema e si indicano al governo una serie di riforme da attuare con urgenza.
Il documento presentato dal Tavolo Asilo – che riunisce oltre trenta organizzazioni della società
civile, tra cui Casa dei Diritti Sociali, impegnate per la tutela dei diritti delle persone di origine
straniera in Italia – fa un’analisi approfondita del sistema di accoglienza nel nostro paese
negli ultimi vent’anni. Il dato che emerge, oltre alla grave inefficienza e incapacità di raggiungere
gli obiettivi, è anche la radicale mancanza di trasparenza nella gestione delle strutture, che ha
prodotto pesanti conseguenze sia sul fronte della comprensione del reale funzionamento del
sistema sia sul controllo dell’utilizzo delle risorse pubbliche e dell’efficacia delle politiche.
Di qui la richiesta al governo di affrontare con urgenza la questione, sciogliendone i nodi principali e
procedendo a una drastica riforma, puntando ad azioni di semplificazione, razionalizzazione e
omogeneizzazione dell’attuale sistema di accoglienza.
Queste, in sintesi, le proposte del Tavolo Asilo:
1. Traferire ai comuni le funzioni amministrative per la gestione ordinaria dell’accoglienza territoriale
dei migranti e trasformare il SAI da programma a Sistema unico.
2. Fermare la proliferazione dei CAS e dare il via a un programma nazionale per il loro
superamento.
3. Modificare i capitolati di gestione dei CAS adottati del Ministero dell’Interno e favorirne
l’assorbimento nel sistema ordinario di accoglienza.
4. Abbandonare la logica prestazionale che colpisce gli Enti del Terzo Settore, attuando una
progettazione condivisa tra Enti Locali ed Enti del Terzo Settore.
5. Riconoscere il valore dell’accoglienza in famiglia all’interno del sistema istituzionale.
6. Istituire modalità permanenti di consultazione degli Enti del Terzo Settore.
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