Sono 10.691 i casi documentati di persone respinte dalle autorità di frontiera di paesi europei solamente nei primi quattro mesi del 2023. Di questi, 1.611 hanno accettato di partecipare a interviste con associazioni facenti parte di PRAB (Protecting Rights At Border), grazie ai quali è stato possibile redigere il sesto report What we do in the shadow pubblicato a fine maggio.
La maggior parte dei respingimenti riguarda uomini adulti (1157), ma anche donne (145) e bambini (290), di cui il 6% non accompagnati. Le pratiche di respingimento vengono spesso, se non addirittura sistematicamente, accompagnate da violazioni dei diritti umani e violenze. In particolare, il 62% di persone hanno subito abusi fisici o vere e proprie aggressioni al confine tra Ungheria e Serbia, il 54% al confine Grecia – Turchia e il 32% al confine Croazia – Bosnia Erzegovina dove, però, sono stati denunciati dal 64% dei richiedenti asilo trattamenti inumani e degradanti, stessi trattamenti sono stati subiti dall’11% di persone al confine tra Italia e Francia.
Il report affronta ulteriori questioni più specifiche, tra cui la crisi umanitaria tacitamente accettata al confine tra Bielorussia e Polonia, Lituania e Lettonia, il tentativo di alcuni stati europei, in particolare la Polonia, di legalizzare le pratiche di respingimento e in generale di aumentare il potere e la libertà delle guardie di frontiera, infine, i limiti degli attuali meccanismi di controllo messi in atto e lodati dalla stessa UE.
Per quanto le testimonianze che hanno contribuito alla stesura del rapporto siano numerose, queste rappresentano solamente una minima parte dei costanti abusi non documentati subiti alle porte d’Europa dai richiedenti asilo o da migranti e rifugiati a cui viene perfino privato l’accesso alla procedura d’asilo. La gestione delle frontiere non è criticata solamente dalle ONG, nel febbraio 2023 il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha lanciato un appello ai leader degli Stati membri dell’Unione europea, chiedendo di porre fine alle violazioni dei diritti umani contro i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti, l’appello è stato rilanciato anche dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa a marzo.
L’iniziativa PRAB riunisce organizzazioni operanti in otto paesi europei, per l’Italia ne fanno parte l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Diaconia Valdese (DV) e Danish Refugee Council Italia (DRC).
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