Una persona ogni 71 abitanti del mondo ( pari a 114 milioni di persone) è stata costretta ad abbandonare la propria casa a causa di guerre, persecuzioni, violazione dei diritti umani, crisi sociali e catastrofi naturali. Un dato record destinato ad aumentare stando ai dati del report 2023 della Fondazione Migrantes sul Diritto d’asilo, intitolato “Liberi di scegliere se migrare o restare?”.
Già nel 2022 si era verificato un incremento nel numero di migranti forzati mondiali del 21% rispetto al 2021. Dal 2022 al 2023 c’è stato un ulteriore aumento del 5,5%. La maggior parte dei rifugiati sono sfollati interni, solamente 35 milioni, infatti, hanno abbandonato il proprio Paese; inoltre, il 70% di questi sono emigrati in Paesi confinanti. A livello mondiale, solamente un rifugiato su quattro è ospitato in paesi a reddito medio-alto.
Per quanto riguarda l’Unione Europea sono in crescita i flussi “irregolari” ai confini. Nel solo mese di agosto di quest’anno c’è stato un incremento del 18% rispetto all’agosto 2022. Il 96% provenivano dalla rotta del Mediterraneo centrale, tra le più pericolose al mondo con una media di una vittima ogni cinquanta sbarchi. Continuano incessanti anche le deportazioni della guardia costiera libica. Dal 2017, anno del memorandum Roma-Tripoli sono state intercettate e deportate 124mila persone.
Oltre agli arrivi “irregolari”, crescono le richieste di asilo verso i Paesi europei. Tra gennaio e giugno si è verificato un aumento del 29% rispetto al medesimo periodo del 2022. Sugli 884.360 richiedenti asilo per la prima volta nel 2022, è stata garantita la protezione a sole 385.300 persone.
Il primo Paese per richiedenti registrati nel ’22 nella UE è ancora una volta la Germania (218 mila), seguita da Francia (138 mila), Spagna (116 mila) e Austria (110 mila, + 190% rispetto al ’21) subito prima dell’Italia (77 mila).
I Paesi d’origine più comuni sono ormai da anni la Siria (133mila nel 22) e l’Afghanistan (114mila). L’Unione Europea stenta a trovare misure efficaci per garantire vie d’accesso sicure e procedure efficaci. Il programma di ricollocamento avviato nel giugno del 2022 e volto a sostenere i Paesi più esposti ai flussi migratori si sta rivelando inefficace. Nei primi 8 mesi ha portato al ricollocamento di sole 435 persone rispetto a un iniziale obiettivo annuo di 8000.
Per l’Italia sono 144.000 le persone sbarcate da inizio anno a fine ottobre, +69% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel 2023 le navi delle ONG hanno portato in salvo nel nostro Paese 3.777 rifugiati, si tratta del 4% degli sbarchi totali e nemmeno il 6% degli sbarchi tramite interventi SAR (ricerca e salvataggio). Il dato è in diminuzione rispetto al 2022, anno in cui i salvataggi delle ONG (12.005) hanno rappresentato l’11% degli sbarchi totali e il 21% di quelli connessi a interventi SAR.
Una parte del Report è dedicata ai Minori non accompagnati (MSNA). L’arrivo di MSNA in Europa è in aumento rispetto agli scorsi anni. Nel 2022 i minori richiedenti asilo erano 39.500, il 57% in più rispetto al 2021. L’Afghanistan è il Paese di provenienza più presente. A settembre 2023 sono 22.599 gli MSNA presenti sul territorio italiano, il 28% in più rispetto allo scorso anno. Si tratta prevalentemente di ragazzi tra i 16 e i 17 anni (70%), gli under 7 rappresentano solamente il 7%. Ad arrivare nel nostro Paese sono per lo più bambini e ragazzi di sesso maschile (88%); la nazionalità più frequente è l’Egitto con il 22% del totale.
Il report approfondisce svariati temi, tra questi la negazione dei diritti umani alle frontiere, le nuove normative in tema di diritto d’asilo e la tratta di esseri umani e lo sfruttamento lavorativo.