Aumentare e approfondire la conoscenza della pratica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) sia per migliorare l’assistenza alle donne straniere che ne sono state vittime sia per rafforzare gli strumenti di prevenzione e di contrasto messi in atto nel nostro paese per tutelare le nuove generazioni.
E’ stato questo l’obiettivo della giornata di formazione dedicata al tema delle MGF, organizzata da Amref health Africa e dall’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma.
Le MGF – considerate dall’Oms una violazione dei diritti umani – contano oltre 200 milioni di vittime nel mondo e comportano gravissimi rischi per la salute delle bambine e delle donne che vi vengono sottoposte. Una pratica che non ha alla base motivazioni religiose, ma che nasce da una serie di credenze e usanze fortemente radicate in alcuni paesi africani (vedi mappa) e che viene in genere eseguita durante la prima infanzia o l’adolescenza.
Nel nostro paese, secondo le stime più recenti, sono circa 87.600 le donne straniere tra i 15 e i 49 anni che hanno subito mutilazioni genitali, mentre 7.600 tra bambine e adolescenti sono a rischio di diventarne vittime.
Una situazione che rende sempre più necessario ampliare l’attenzione e la sensibilizzazione su questa pratica da parte di tutte le istituzioni e le reti di servizi coinvolte nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno, in Italia e, in particolare, a Roma.
A questo scopo, grazie al progetto P-ACT, promosso da Amref Italia, a Roma e a Padova sono stati firmati nel 2023 due Protocolli di Intesa per l’avvio di reti di prevenzione e di contrasto delle MGF, a cui hanno aderito Assessorati dei due Comuni, Aziende Sanitarie, Società Scientifiche, Scuole, Enti e Associazioni del terzo settore.
In questo contesto si inserisce il seminario, promosso dal Centro regionale MGF dell’AO San Camillo Forlanini in collaborazione con Amref Italia, che si è tenuto lo scorso 27 ottobre a Roma.
Durante l’incontro, a cui hanno preso parte medici, specialisti e specialiste in ginecologia e ostetricia, ma anche psicologi e psicologhe ed esperti dell’Amref, sono state illustrate sia le conseguenze di questa pratica sulla salute delle donne – anche a medio e lungo termine – sia i traumi psicologici post-MGF. Una particolare attenzione è stata inoltre dedicata agli aspetti più delicati di cui tenere conto nella presa in carico e nell’assistenza delle pazienti con MGF, e sono state condivise buone prassi e interventi efficaci per la prevenzione e il contrasto del fenomeno.
Per saperne di più sul tema leggi le LINEE GUIDA PER IL RICONOSCIMENTO PRECOCE DELLE VITTIME DI MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI