L’approccio della scuola è improntato a intrecciare al percorso didattico tutta una serie di attività interculturali, che nel tempo si sono arricchite e diversificate: passeggiate e visite a siti archeologici, turistici e museali, laboratori teatrali e fotografici, proiezioni cinematografiche, giornate e tornei dedicati agli scacchi, occasioni ludiche e conviviali. Azioni finalizzate a favorire la socializzazione, l’autonarrazione e il recupero identitario, in molti casi necessario per chi è stato costretto ad abbandonare forzatamente la sua terra, afflitta da guerre, dittature, genocidi. Ma si fa riferimento anche ad elementi di educazione civica e di educazione alla legalità, comprensivi di diritti e doveri dei cittadini. Le iniziative interculturali sono strutturalmente intrecciate al percorso didattico di insegnamento della lingua italiana, un pilastro dell’«approccio comunicativo» da sempre adottato dalla scuola della CDS. Poggiano sulle competenze e le disponibilità dei volontari-insegnanti, che articolati in gruppi di lavoro, promuovono iniziative, laboratori, eventi.
Il cineforum
Ogni lunedi pomeriggio, salvo il periodo estivo, nella scuola si proiettano film in italiano con sottotitoli in italiano. La scelta dei film, ad opera di un gruppo di volontarie e volontari, è funzionale al percorso di apprendimento della lingua anche con l’obiettivo di stimolare l’interesse dei migranti su vari aspetti del sociale, in una dimensione comunque di divertimento e relax.
Le passeggiate e visite guidate
Nelle giornate di sabato, durante l’anno, si organizzano passeggiate nei luoghi caratteristici della città, ma anche visite in musei e sedi di interesse archeologico e monumentale. Tutte le iniziative sono preparate in anticipo, diffondendo agli studenti materiale illustrativo elaborato ad hoc.
Le domeniche degli scacchi
A intervalli di tempo, la scuola resta aperta la domenica e mette a disposizione le scacchiere per questo gioco, tanto praticato in varie parti del mondo e che rappresenta un linguaggio universale. Per un decennio la scuola ha anche organizzato tornei tra gli studenti della scuola, svolti in luoghi pubblici – principalmente nei giardini di Piazza Vittorio – con la collaborazione dell’UISP-Scacchi di Roma, che ogni volta ha curato l’organizzazione, il regolamento, e ha fornito scacchiere e orologi di gara. Un’iniziativa che ogni anno ha riscosso un grande successo di partecipazione e di pubblico.
Il laboratorio teatrale
E’ ormai il il fiore all’occhiello delle nostre pratiche interculturali. I laboratori, ogni anno, coinvolgono una media di 10-12 studenti, in un percorso che dura circa sei mesi e che si conclude con tre serate di spettacolo (negli ultimi anni al Teatro Belli di Roma). Le pratiche teatrali, oltre ad essere funzionali all’apprendimento della lingua, sono anche terapeutiche: studenti che hanno crisi identitarie e grandi difficoltà non solo comunicative ma anche relazionali, al termine del percorso appaiono completamente trasformati. Testi e regia sono curati ogni volta da una nostra volontaria insegnante, che è anche un’affermata attrice di teatro. Negli anni sono stati riadattati lavori di Cechov, di Festa Campanile, ma sono anche stati proposti nuovi soggetti e sceneggiature.
Referente: Magda Mercatali
mail: scuoladiitaliano@dirittisociali.org
La festa di fine anno
Da tempo, nel mese di dicembre le volontarie e i volontari della scuola di italiano organizzano una grande festa per tutti gli studenti, che nell’occasione portano con sé anche familiari ed amici. Si fa solitamente nei locali della Scuola Di Donato, nei pressi di Piazza Vittorio, per intesa con la Dirigenza scolastica e il Comitato genitori. Una festa nella quale i volontari allestiscono un rinfresco, organizzano le musiche e i giochi, e gli studenti si cimentano in canti, danze, poesie. Un grande evento ludico nel quale ci si ritrova insieme insegnanti e studenti.
Altre iniziative laboratoriali
Nascono in base alla passione e alla disponibilità dei singoli volontari. Ad esempio nel tempo sono stati allestiti alcuni laboratori fotografici, grazie alle competenze di fotografe professioniste, conclusi anche con l’allestimento di mostre. Ma anche laboratori di cucito, molto partecipati (sorprendentemente da studenti maschi asiatici).