Mentre la premier Meloni, il vice premier Salvini e il ministro dell’Interno Piantedosi continuano la loro crociata contro i migranti, rinnovando accordi con la Libia, istituendone di nuovi come con la Tunisia e ora con l’Egitto, tutti mirati a trattenere i profughi a qualunque costo, in barba al diritto internazionale e al rispetto dei diritti umani, c’è chi invece – nella Regione simbolo del potere leghista – rema decisamente in senso contrario.
Confindustria Veneto e Prefettura di Venezia, certamente col placet del governatore Zaia, hanno siglato pochi mesi fa una “Dichiarazione di intenti” mirata a favorire l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo di “richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità”. Nel testo del documento, come pure nelle dichiarazioni alla stampa del presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro, si sottolinea una duplice necessità: da un lato quella di reperire centinaia di migliaia di lavoratori che “risultano carenti nel sistema produttivo veneto” e, dall’altro, l’esigenza di promuovere la capacità di integrazione nei territori per “garantire una adeguata politica dell’accoglienza e dell’integrazione”.